Chi di spada ferisce…

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di Guido Di Stefano

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Chi di spada ferisce di spada perisce”: è uno dei troppi insegnamenti dimenticati da noi occidentali “intruppati” e sospinti lungo le “autostrade” dell’effimero.

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Si sa benissimo e si nasconde con zelo che il buon esempio “discende” dall’alto come l’amore: chi più ha, più dà. Forse non a caso vi furono i tempi in cui si preferiva inneggiare “… e pace in terra agli uomini che Egli (l’Onnipotente) ama”.

Quando i capi non “guidano” si instaurano perverse spirali che portano alla distruzione di ogni bene e all’annichilimento dell’essere come piccola entità e come universo.

Se poi i capi non solo non guidano ma addirittura incoraggiano ogni possibile “abuso” allora è certo che qualsiasi “sistema” si annullerà:  a tal proposito sarebbe anche opportuno rileggere le opere di Platone.

Noi occidentali abbiamo ereditato dai popoli di  tutto il bacino del Mediterraneo (e dintorni) una cultura che osiamo definire immensa e onnicomprensiva: di tutto e di più ci hanno donato i nostri predecessori; una cultura che ha sempre reso gloria all’Altissimo e votata al bene dell’umanità; una cultura che nelle diverse espressioni ha forgiato anche l’identità dei popoli; una cultura in ogni epoca osteggiata  o quanto meno frenata dai gestori di potere di ogni epoca e di ogni ispirazione, tanto laica quanto religiosa.

Troppi effetti collaterali possono accompagnare il potere: primo tra tutti il male oscuro del delirio di onnipotenza.

Sembrava che dopo millenni di sofferenze in occidente di fossero affermati e consolidati i principi universali della libertà, fraternità, uguaglianza e quindi, con essi, luce, verità, vita, pace, comprensione.

Ma già gli inizi del ventesimo secolo conobbero l’esaltazione  del  veloce avanzare di scienza e tecnologia e  le devastazioni di “artistiche” tempeste economico-finanziarie.

Gli adoratori del dio denaro capirono e cominciarono a operare in senso “unitario” e cioè verso  l’“unione” nelle stesse mani del controllo del denaro e del governo delle genti del globo, rendendo progressivamente virtuali la  moneta  e la democrazia quale espressione della volontà popolare.

Caos, violenze, prevaricazioni, morte guerre: questo le schema generale.

E dopo ogni guerra un bel trattato di pace con cui degli illusi “ordinatori” del mondo hanno rideterminato la loro “geo-politica” pro tempore.

Sicchè la prima grande guerra ha creato le premesse per la seconda nella quale cominciarono a trapelare i demoniaci disegni di alcuni potenti (veri o presunti). Sembra infatti che gli opposti schieramenti sul fronte orientali impiegarono “in parte” materiale bellico che “parlava” uno slang di tipo yankee; e sembra altresì che la demonizzazione della Russia iniziò allora perché erano stati capaci di “abbreviare” la guerra.

Chiacchiere? Chissà! Certo è che le due guerre giovarono tanto alla crescita yankee come prima potenza economica – militare – politica  a livello mondiale! Quindi perché perdere certe (barbaramente) redditizie usanze? E perché non applicare e fare carico sull’Europa e dintorni delle tecniche delle guerre indiane?

Tanto il nemico generale e universale era già stato imposto e bastava aggiungere di volta in volta qualche altro piccolo e occasionale nemico, magari ricollegandolo in qualche modo al nemico eterno(?), la Russia.

Alcuni governanti europei poi hanno aggiunto qualcosa di proprio, precedendo e superando a volte gli yankee.

Comunque o trascinati “obtorto collo” o smaniosi di gloria (poca) e di ricchezza (per chi?) l’occidente ha ripetutamente e proditoriamente colpito e ferito con la “spada”: sovranità violate, trattati bruciati, calunnie e false testimonianze, guerre, bombe, distruzioni e morte in nome di una democrazia già per moltiversi negata agli stessi Europei. A memo che per democrazia si voglia intendere il “gratuito” accrescimento di potere e ricchezza di quella sessantina (si dice) di signori che detengono metà delle ricchezze mondiali.

Abbiamo colpito senza ragione alcuna e possibilmente senza preavviso; abbiamo ucciso; abbiamo torturato; abbiamo messo in fuga. Molti nostri uomini politici e altri meriterebbero le attenzioni della corte penale internazionale: ma non avverrà, forse mai.

Intanto i popoli sono stati esposti, loro malgrado, alla altrui spada.

I governanti (in proprio o in solido con altri) sbagliano (diciamo) perché non sanno mai come rimediare o prevenire i danni delle loro non condivisibili decisioni e lasciano ai comuni cittadini tutti i conti da saldare.

La spada degli attentati è senza discussione conseguenza delle aggressioni in Iraq, Libia, Siria, etc. e di impenetrabili manovre che vedono coinvolte troppe istituzioni occidentali politiche – laiche – religiose.

Ma  quando terrore e morte ritornano a noi dove sono  i responsabili e interpreti delle guerre? Lontani, al sicuro. Essi sono solo e/o principalmente i capi di stato e/o di governo noti? Non crediamo proprio, perché abbiamo letto di altri personaggi politici (meno chiacchierati) e non politici collegati ai fatti.

Come, quando e a chi possiamo credere?

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